venerdì 5 novembre 2010

IL NUOVO PRECARIO


Facendo di necessita' virtu',come da antico costume italico,la nostra amata terra sta lasciando germogliare tra i bacilli 'onesta'/resistenti' che girovagano grassi come anatre anche negli ambienti piu' peregrini,come ormai s'è ridotta la scuola pubblica dell'obbligo, la specie del PRECARIO RACCOMANDATO.
Niente di nuovo sotto il sole,non vogliamo fare la guerra dei capponi di Renzo e armare parole contro un piccolo manipolo di malcresciuti,ma tant'è.
Eccolo qua:
trenta/trentacinquenne(quasi sempre sotto ai quaranta),va in giro a raccattar 'soffiate',ha alle spalle mamma' e papa' che lo 'infilano',eccetera,la solita solfa.
Senonche',il tipo/a in questione si veste dell'abito del ruolo e quando dice la sua ne spara di cosi' grosse che ti fa venir voglia di correre a prendere una boccata d'aria pulita in un ricovero per novantenni .
In genere non ragiona piu' in la' del suo naso,tamarro,pretende il proprio,non sa tirar su due interpretazioni che siano due e da colpe a destra e a manca.
Purche' tutto converga in quell''io solo me lo merito'.
Non un'idea,figurarsi un ideale.
Non il rispetto per la storia e l'autorevolezza dell'esperienza altrui.
Non una lettura di se' come generazione,ne' del mondo come luogo condiviso.
Volevo dire che sotto la parola-chiave 'precariato' ci sta di tutto ed è necessario operare delle letture intelligenti,discorrerne,chiarire delle modalita' e dei sistemi,mettere dei limiti di diritto.
Detto pelago non è attualmente governato e quando è cosi', puo'spuntare di tutto.
Forse varrebbe la pena che quelli della mia generazione,in odor di fuga,mettessero dei paletti, transennassero un po' qua e la',prima del botto.