giovedì 12 agosto 2010

LA DIGNITA' DELLE DONNE


Sparati qua e la' come petardi nella notte,si accendono proclami con firme diverse-l'ultimo che ho letto era firmato dalle donne dell'UDI e dalle aderenti alla campagna'Immagini amiche' di Ravenna-che allertano sul femminicidio degradato che circola.
Ringraziamo queste care signore,ce ne fossero.
Ma mi pare tutto cosi' obsoleto.
Direi,per amor di metafora medica,una sorta di 'rianimazione allopatica',una 'extrema ratio' ,qualcosa di stantio.
Come si fa a correre dietro alle schifezze che entrano ed escono dappertutto?
Impossibile.
Credo piuttosto che la dignita' delle donne,urgenza epocale,necessiti di ben altro.
Intanto,nella dialettica della diversita',di coraggiose affermazioni elitarie.
Essere donna qui,ora,è difficile.
Lo era negli anni settanta,in pieno femminismo ,quando affermarsi sensibili o perdenti rispetto all'ostentazione di 'cliches' violenti era 'demodee'.
Lo è ora,nel marasma identitario che circola come uno tsunami e spazza via pulsioni elementari,delicatezze,sogni.
Che bello avere quasi sessant'anni,mi dico.
Diversamente,dove andrei a parare,con il mio carattere?
Non lo so davvero.
Essere donne è intanto affermazione di un processo 'fluido' del vivere, di un poter essere indifese nella strada fuori casa.
Tutti questi pseudo-uomini che 'odiano le donne' sono attori malati di un processo terminale, ma...e tutti gli altri?
Quale uomo ama veramente una donna,ora,chi la tutela, chi le chiede ragione del suo essere intimo e diverso,chi si diverte, nel gioco altalenante delle reciproche sfide?
Insomma,dove sono finiti gli uomini?