martedì 12 gennaio 2010

LE IMPRONTE DI VINCENZO


Vincenzo Giorgetti è un caro amico, classe 1946,docente a riposo, poeta.
Per la sociologia, un diversamente abile(nella deambulazione, soprattutto).
Esce in questi giorni il suo'IMPRONTE', per Theu edizioni,in collaborazione con l'amico Alfonso Signorotti.
Un libro di piccole dimensioni,con la copertina gialla e una figura geometrica con tratti bianchi sul frontespizio.
Nella prima parte i testi di Vincenzo,una prosa e ventotto testi poetici:l'ultimo'Figura d'amore',dedicato teneramente ad un'amica scomparsa.

Nella seconda parte,cambia il registro che dal lirico si fa surreale:nei testi in prosa di Alfonso, uno di quegli amici di Vincenzo che ho sempre immaginato a giocar a carte con lui al bar,o a tifare per la Iuve,sua squadra del cuore, veniamo tuffati(pardon per l'eufemismo) in una piscina, in cui Alfonso compare come un simpatico e scanzonato, ma anche filosofico istruttore di nuoto.

Ne esce un duetto leggermette cabarettistico, raffinato , che inquadra entrambi i registri in un afflato di immediatezza e sincera umanita'.

Di questa ultima prova poetica di Vincenzo noto una pennellata di sublime,quasi il setaccio del tempo lo avesse aiutato a filtrare,nelle parole,l'essenziale delle emozioni.
Ed anche il ritorno evocativo di alcuni verbi di movimento:
'..cammino come dentro un frammento/ naufrago/sul ciglio dell'esistenza';
( Scoramento)

'...non arranco dentro/ il confine deserto/di questi viali';
(Girellare)

'silenziosamente/cammino sulla sabbia/senza lasciare impronte';
(Paesaggio marino)

'Cammino come facevo da ragazzo/accanto agli enormi pini/riempiti di freddo'
( Fine d'anno)


Potenza del vocabolo poetico,leggendo questi versi rivedo Vincenzo che effettivamente cammina ancora,tra le vie della citta', in centro, verso il mare.
Lui, che negli ultimi anni invece non si vede piu' in questa citta' straniata e la sua figura manca,ne avevo gia'parlato anche qui..
Nella poesia,è tornato a dire:'Ci sono ancora'