martedì 24 marzo 2009

C'E' UN ESERCITO


C'è un esercito di 'giovani' precari che batte alle porte dei luoghi di lavoro e non puo' entrare,non riesce ad invadere territori dove i vecchi marpioni stabilizzati e ormai ammuffiti nella ripetitiva stanca sterile litania delle lamentazioni tira avanti le sue giornate .
'Giovani' di quarant'anni e passa,qualcuno con prole in arrivo, altri che parcheggiano l'utilitaria nei pressi di scuole ospedali o aziende, consapevoli che il termine del contratto significherà ribaltamento di affetti e sistemazioni e vuoto di parole, alla sera, al mattino, nelle riunioni dove continuano a contare uno zero.
C'è qualcosa che si è intoppato, nel naturale passaggio di testimone generazionale, lo dicono anche i rotocalchi da parrucchiera.
Loro, l'esercito dei precari, è cosi' sfinito che riesce a malapena a balbettare le sillabe ripetute dagli 'stabili'.
Nella scuola il panorama è desolante.
Irregimentati dai vari corsi, corsini e corsetti, non hanno neppure piu' il fisico e la fantasia che avevamo noi,che scarrozzavamo su e giu' per valli e lande ostili,per tirar su due punti in graduatoria e sapevamo anche sognare.
Questi sono muti.
Se ne stanno buoni e quando si muovono ,invece di indicare il nuovo, il futuro, si lasciano coprire di muffa i panni.
Ormai i piu' arzilli ,in giro, si trovano nelle fasce dagli ottanta in su.
L'assioma che la memoria rende giovani rimane valido.
Chi a ottant'anni ha un filo di memoria è giocoforza il giusto riferimento per i giovanissimi.
Nella grigia fascia di mezzo c'è il nulla educativo, la lagna.
Sociologi esperti sapranno indicare i perche' di questo'gap'.
Sta di fatto che tra genitori improponibili e insegnanti conciati cosi', quello che ne esce dagli adolescenti è tutto un regalo.
Altissime percentuali di candidati a bocciature,dopo le bufale dei 'recuperi',dopo i proclami dei 'boss' delle scuole private(cielline),dopo le 'fiction' dei voti in condotta che pare metteranno veti alle ammissioni alle maturita'.
Esiste una antica distinzione, tra erudizione vuota e cultura, ma chi ci pensa piu', ormai?
L'esercito dei precari ha fatto sua la logica della nozione,e basta e avanza.
Non si puo' neppure dire'ne vedremo delle belle'.
Delle balle si', sempre.