giovedì 19 febbraio 2009

LA CURA DELLE VESPE


Per 'vespe' non intendo la vulgata di 'lambrette', motociclo tipico degli anni cinquanta ma proprio insetti,quelli con il pungiglione.
Rimando ad una delle piu' esilaranti novelle della raccolta di Italo Calvino 'Marcovaldo', ancora leggibile con mille nessi attuali.
Alla fine di un lungo inverno-cosi' simile al nostro,in questo 2009- gli abitanti di un quartiere popolare, malridotti da umidità e freddo, incappano in una colossale illusione, credono di poter curare le povere membra rattrappite dall'artrosi facendosi pungere dalle vespe.
Ne escono di quelle 'gag' calviniane tra il surreale e l'indicatore del futuro mica tanto fantastico.
Poveri illusi, scelgono'liberamente' di farsi martirizzare senza ricavarci alcunche'.

E noi, qui, acciaccati alla fine del lungo inverno 2009,non sappiamo piu' da quali vespe in barattolo farci pungere.
Ci sottoponiamo a punzecchiature, volentieri,nessuno che ci indichi una pausa-benessere seria.
Capostipite di un esercito di poveri italiani,il manovale Marcovaldo ha dalla sua almeno il fascino
della macchietta lunare.
Incappa nei guai, ci si immerge,sbaglia ad interpretare i segnali di una Natura contraffatta,anela al Paradiso e si intossica di smog,di coloranti, di funghi velenosi.
Cavaliere senza macchia e senza paura,combatte a modo suo la sua guerra contro la Citta' malata di cemento e alienazione.
Tessere di partito non ne ha, ma forse anche con quelle avrebbe preso abbagli.