domenica 20 gennaio 2008

NEBBIA E CORIANDOLI




Nebbie di fine gennaio, nebbie di febbraio, attese consuetudini della Valpadana, quando si sposano con la sirena del faro,qua sulla costa, imbottiscono la città in una coltre d'ovatta, i pensieri si accomodano in un momentaneo letargo.
E'carnevale, ogni scherzo vale, tanto vale ridere ,nelle giornate tediosose ,cosi' grige che il sole, se apparisse all'improvviso, farebbe l'effetto di una 'fiction' orchestrata ad arte.
Siamo abituati da secoli seculorum alle nebbie di febbraio.Le vogliamo cosi', ci proteggono e ci affratellano,infradiciano le ossa, ma ormai non siamo piu' sicuri di granche'.
Con le interperetazioni che corrono, nuove ogni giorno e sempre piu' ovvie,oppure vecchie e inacidite e con le presunte verita'di turno pronte a guerreggiare tra di loro, forse ci scappa che la nebbia fa bene a qualcosa.
Magari solo alla fantasia, ma basta anche cosi' , in fondo.
La fantasia è la scintilla che accende i nostri pensieri, la fiammella che colora la nostra grammatica grigia.
Vogliamo che sia,quello che ci rallegra,ecco tutto.
Che quell'amico sia una amico sincero, che la nostra famiglia sia una roccia, piantata nell'eternita', che quelle due o tre idee siano sicurezze che nessuno ci potra' mai sottrarre.
Ci copriamo di palpiti d'aria , perche' cosi' è piu' dolce guardarsi l'un l'altro.
Che buffoni quelli che corrono a gridare a gran voce che loro sanno gia' tutto.
Che maschere grottesche.
Gridano che hanno in mano anche il nostro destino, che loro sanno.
Noi, qua nella nebbia, sappiamo proprio poco.
Ci piace un sussurro, un colore, uno sguardo. Abbiamo un sospetto,azzardiamo una frase,mentre il carnevale del mondo rumoreggia e gli abiti sono tanti.
Blasonati o poverelli, mendicanti o miliardari ,sapienti o ignoranti, sono appena un poco piu' in la', dopo la coltre soffice, dopo il ritmo cantilenato del faro.