mercoledì 24 dicembre 2008

AUGURI






Occupando con un certo senso del limite questo spazio web,potenzialmente illimitato, mi limito a
ad auguri /web sentiti, anche se formali, di buone feste 2008/2009 a chiunque capitasse qua.
Agli amici fisicamente sconosciuti oppure conosciuti che lo hanno visitato con simpatia, lasciando i loro commenti, a chiunque, anche ai visitatori silenziosi.
A chi mi ha incoraggiato ad aprirlo e a continuarlo,a chi mi ha detto a voce che andava bene.
E,poiche' anche se 'accusata' di malinconia, ho al fondo sempre una dose di speranza,chiederei, per il prossimo anno, pareri operativi,consigli, ragionamenti ,anche indiscreti e scomodi ,sul modo di utilizzarlo .
Che diventi piu' vivace, meno autoreferenziato,piu' interattivo,piu' utile.
Un abbraccio a tutti.




lunedì 22 dicembre 2008

PACCHI DI NATALE




Sotto l'albero di Natale 2008 ci sono per la gente comune licenziamenti e cassintegrazioni a pioggia.
Ne ho presente due,in situazioni diverse e vicinissime,che mi hanno emozionato e fatto sentire ancora una volta da che parte stare,in questo tempo contorto.
La riflessione che faccio è che se si volesse attuare la mobilità,consona alla domanda di lavoro reale, una caratteristica dovrebbe essere l'intelligenza nell'individuazione delle opportunità.
Invece vedo una scure lanciata a tappeto su fasce deboli, giovani che tentano di entrare e che vengono defenestrati, donne cariche di competenze e persone diverse che hanno in famiglia, come regalo di natale 2008, il pacco-dono dello spettro dell'esclusione e dell'indigenza.
Faccio fatica ,quest'anno, a seguire la retorica degli auguri di buone feste.
Le auguro, sì, ma intanto a tutti questi che vivono ai margini di un sistema violento e incapace a garantire il minimo di sicurezza per vivere.
Ed inoltre:
venendo da una tradizione familiare e culturale di onesta' senza appelli possibili alle eccezioni ,auguro buone feste a chi, sotto l'albero, mette la sua, di onesta', unico bene che vale, unica grande ricchezza.

domenica 14 dicembre 2008

FELICI E CONTENTI


La Biblioteca Comunale di Misano Adriatico ha promosso, tra Ottobre e Novembre,un bel ciclo di conferenze filosofiche-con relatori di grosso calibro-sul tema della FELICITA'.
Consapevole delle mie inattitudini filosofiche gravissime-so che esiste un pensiero analitico che non possiedo con rigore-,carica dei miei umori esistenziali quasi sempre rabbuffati e un po' visionari, me ne sono sorbita un paio.
Lodevole l'afflusso di pubblico, l'attenzione e il look radical-convinto e variegato dello stesso.
Lodevoli queste piccole perle di pensiero lanciate in una Riviera che pratica ben altro.
Ma.
Mi chiedo:forse ,cito a caso, il tema scottante dell'untore,del capro espiatorio storico ,per esempio indagato con cura da un libretto a impostazione storiografica come 'La chimera', di Sebastiano Vassalli, o un convegno su quella dimenticata opera giovanile di Marino Moretti, 'I puri di cuore', con sfondo gli anni venti in Romagna e il nascente facismo, avrebbero avuto lo stesso successo di pubblico?-
Non credo, parlare di felicità è piu' accomodante, meno scomodo,meno indigesto.
Riempie la bocca e il cuore,affratella e puo' finire in un drink innocuo, a fine serata.
Altro tema urticante in Riviera:ilrischio oncologico altissimo, gia' descritto da un comunicato dell'ordine dei Medici a fine estate.
Ne avevo chiesto chiarimenti, in una lettera al Sindaco oncologo mai pubblicata, per fedeltà ai tanti amici che se ne sono andati o sono malati e stanno lottando eroicamente.
Come puo' una zona assente di industrie, sul mare, avere queste percentuali cosi' inquietanti?.
Temi scomodi.
Un altro:i tanti 'desaparecidos'della citta' ,che li ha rigettati ,chiusi nelle case,di fatto non li vuole piu'.
Ne parlavo giusto l'altra sera, al bar 'Ferrari', in mezzo ad una decina di tamarri, con un caro amico diversamente abile, uscito dopo cena per miracolo,appoggiato al braccio di un amico,stupefatto di essere li', nella sua città,come uno straniero.
Temi scomodi,ma ad essere felici ci si puo' provare,anche attraversandoli.

sabato 13 dicembre 2008

OMICIDI NEGLI SCANTINATI




La vicenda del ricercatore catanese Emanuele Patane' ,morto a ventinove anni di tumore ,con il suo memoriale-shock ,ha aperto ancora il bubbone delle condizioni di vita dei giovani ricercatori italiani,nonche' la piaga, piu' planetaria, dell'abuso sconsiderato della chimica.
Giovani vittime di una noncuranza colpevole ricordano il luogo comune italico che la ricerca è relegata negli scantinati, luoghi insalubri,mal protetti, luoghi di povertà e di rischio.
Atenei prestigiosi-non ultimo il bolognese, v .logistica dei luoghi di ricerca al Sant'Orsola /Malpighi - sbattono giovani eccellenze in condizioni esistenziali e lavorative allucinanti, che ben poco hanno di bohemienne.
Ed inoltre:
-a che punto è il riordino dei bandi di accesso alle carriere universitarie, alle specializzazioni post-laurea,agli assegni di ricerca?
C'è solo una parola.chiave che puo' illuminare tutto questo pantano:VERGOGNA.

venerdì 12 dicembre 2008

ARGINI FLUVIALI


Un paesaggio è antropomorfico,cioè umanizzato, quando nella narrazione che se ne fa campeggia l'umano.
Un sole allo zenit è la proiezione di un amore nella sua fase alta,una foresta ingarbugliata la simbologia di un 'gliuommero'gaddiano indistricabile.
Ma meglio,il paesaggio è antropocentrico quando dice l'animo di chi lo abita,ne respira il respiro, alita nella stessa direzione.
Guardo qua attorno,a questo paesaggio italiano inondato d'acqua, esondato dai fiumi in piena,travolto da maree gonfie e rumoreggianti.
In fondo è solo arrivato l'inverno,ma nello spezzettamento costiero, nella devastazione di strade e città ad opera dell'acqua leggo un'immagine del nostro vivere.
Argini fragili, puntellature e cordoli di sabbia,barricate e barriere,volonta' buone e meno buone che tentano di frenare le maree.
Passioni civili ed umane contratte,regole e carte bollate come segnaletica di un reticolo che vorrebbe un ordine al caos sono una infarinata fragile, sotto rumoreggiano le tempeste.
Destini che si intrecciano, storie che si evidenziano, tempi che stringono,vecchi segnali e segni antiquati non sono sufficienti a contenere la realtà che avanza.
Slogan sindacali,trattative politiche ,riforme e riformette,tutto un risicare di argini e puntelli traballanti e miopi.
Piccole felicità individuali in scatola,dove sfoceranno i rivoli delle passioncelle,quando verranno in superficie con urgenza?
Argini traballanti,mentre i fiumi ,sotto,sono in piena.

sabato 6 dicembre 2008

.....PERCHE' CI VUOLE ORECCHIO....











MERCOLEDI' 10 DICEMBRE ALLE ORE 20,45 ,
presso IL CENTRO SOCIALE 'LA CASA COLONICA'
IN VIA BRANDOLINO n.25, a RIMINI(zona San.Giuliano a mare)
faro', con l'aiuto generoso, veloce ed estemporaneo di alcuni amici,tra cui due bravissimi ragazzi che si sono offerti per le letture, con immediatezza ed allegria,un incontro sui miei libri.
Non ho preparato nulla.
Mi piacerebbe fosse occasione per riflettere in maniera libera e 'popolare' sul valore della scrittura , a trecentossessanta gradi.
Riprendo qui un piccolo passo da una storia che avevo dimenticato, 'Di quella volta che una nonna precipito' nel pozzo',ispirato ad una vicenda reale,lo voglio vedere come un antidoto 'ante-litteram',scritto in tempi non sospetti, a questo tempo 'depresso', dentro e fuori di noi.

'...Era stato in quel momento che la nonna aveva iniziato la lunga cantilena:fuori dal pozzo,avvolta nelle coperte di lana,sotto gli occhi dilatati di sonno e di sorpresa dei familiari e dei vigili del fuoco,la nonna si cantava una nenia stracolma di colorate sfumature.
Pian piano, minuto dopo minuto,la nonna si riaffezionava alla vita.
Mai le tinte della vita le erano parse cosi' entusiasmanti,dopo tutto quel buio.Le tenere venature dei contorni dei petali dei fiori,i gialli delle margherite,i rossi delle rose,i lilla e gli amaranti delle viole,le piccole chiazze madreperlate di alcune crespature e ancora il grigio della pietra che circondava la casa,il verde metallico dell'erba,palpitante sotto le gocce di rugiada.
Piccole presenze caleidoscopiche accattivanti si impossessavano della sua fantasia inaridita,tutto un mondo invisibile le trillava intorno....'
Dico, col vecchio Jannacci,che provarci va bene,
ma 'ci vuole orecchio...'




giovedì 4 dicembre 2008

LETTURE/RAGAZZI


Leggo con una prima classe di un istituto tecnico un secondo libro di Luisa Mattia-dopo la felice esperienza con 'La scelta' dello scorso anno-:
'Ti chiami Lupo gentile',Rizzoli.
I ragazzi seguono con una certa attenzione le avventure del piccolo gruppo di teppistelli del litorale romano e le incrinature di coscienza che uno di loro ha.
Con queste incrinature, chiamato all'onesta' innanzitutto dal suo intimo, oltreche' da alcuni affetti che gli intralciano la carriera promettente di piccolo boss,avanza nel difficile percorso della responabilita'.
Buona lettura ,efficacissima.
Avremmo alcune domande da porre all'autrice, che le invieremo intanto nel suo blog,(http://www.luisamattia.com/) in attesa di incontrarla a Giugno, quando,come già lo scorso anno, fu invitata dalle libraie della Libreria 'Il viale dei ciliegi 17' di Rimini al festivaletteratura per ragazzi promosso dalle stesse.
Ecco, per ora ,le domande:
- vorremmo ci chiarisse la ragione del diverso utilizzo della sintassi, ora breve, patratattica,elittica spesso addirittura delle parti fondamentali della frase.
(Avverbi, allusioni, brevi cenni:ci sono passaggi in cui tutto decorre in pennellate velocissime,che paiono seguire il ritmo affannoso di un respiro )
Ora piu' allargata, piu' ragionata,piu' classica,piu' ricca di pause e di attributi.
-vorremmo chiarisse anche l'utilizzo delle due grafie,visto che a tratti, nel racconto, si inserisce ,sottolineata dal corsivo, una riflessione 'esterna'
-vorremmo anche capire bene se abbiamo inteso con correttezza i momenti di 'incrinatura' della coscienza del protagonista-
Io le chiederei anche,personalmente, che rapporto ha avuto con l'editing -visto che parliamo di Rizzoli-e se questo ha pesato sul suo lavoro
Cordiali saluti a Luisa Mattia.

martedì 2 dicembre 2008

TALENTI SPRECATI OVUNQUE


Che peccato tanta intelligenza buttata a mare, tanti talenti sprecati,nessuno che li raccolga,quando emergono è solo un caso,in genere marciscono e affievoliscono prima di essere utilizzati.
Ne vedo ogni giorno, l'intelligenza non abita nelle nostre città,nelle scuole, nei quartieri.
Menti relegate in casa,cuori illuminati costretti alle pantofole,giovani geniali dispersi ovunque, energie al vento.
Mi dispiace,mi dispiace molto che nei luoghi non entrino le genialità,quando ci sono, che i luoghi rimangano territorio di quattro cariatidi ammuffite,segnale di un tempo che fu.
I giovani devono entrare, devono contare, devono governare, i vecchi talentuosi devono essere presenti ed autorevoli con leggerezza.
Cosi' come la vedo,invece, è un ristagno, una risacca un po' puzzolente.
Il leviatano della burocrazia blocca ogni tentativo magari improvvido ma vitale di cambiare queste vecchie carte in tavola.
All'aria i panni sotto naftalina, i panni vanno usati tutti, fino all'ultimo.
Invece è una stenta.
Nei luoghi'protetti' i giovani arrancano non protetti, non hanno fiducia in se stessi, giocherellano.
I vecchi frustrati non molano l'osso, hanno paura della morte e digrignano i denti.
I vecchi illuminati sono fuori dai giochi e signorilmente si sono fatti da parte.
Il gioco è duro,forse non è mai stato cosi' duro.
L'onesto e retto conversar cittadino' ha si' lasciato il passo a 'superbe fole', che almeno delle belle fole avesssero il fascino.
Invece sono balle,sono piccole malattie di mediocri poveracci che si credono qualcuno, solo perche' hanno fatto il vuoto attorno.
Mandateli a spasso, a raccogliere cartacce nei parchi per imparare la generosità e fate spazio alla vita, che urge .