sabato 1 dicembre 2007

DIVA E DONNA


La violenza sulle donne è reale, lo recitano dati inconfutabili e osservatori certi.
C'è dopo la conquista del diritto di voto, di decenza e di partecipazione, dopo il femminismo e la liberalizzazione dei diritti.
E c'è in modo ben piu' sofisticato di uno stupro che riempia di grida la cronaca e i cortei.
La violenza è quotidiana, ed è innanzittutto nel MECCANISMO.
Meccanismi maschili, nel senso vecchio e stantio del termine, governano i luoghi di lavoro e di aggregazione.
Efficienza, produttivita', velleitarismo e logica dell' apparire stanno in prima fila tra i requisiti del successo.
Se non sei una velina, devi essere almeno un piccolo 'travet' che governa, trasporta, conduce stabilità sociale e interesse di casta.
Le caste, poi, maschili o femminili, vivono in un loro limbo autoreferenziato, asessuato,senza identità di genere.
La sessualità femminile è ,per sua natura, 'diffusa', non monodirezionata e compulsiva.
Ha bisogno di spazio, fantasia, territorio di sicurezza.
Ridotta a mimesi di quella maschile, nella gergalità dei media e nel vivere comune, induce generazioni di nuovi frustrati.
I nuovi maschi sono imbelli, le nuove donne sono ciniche.

Che fare?

Azzerare tutto, resettare, stare fermi, leggere i segnali del corpo e dei destini individuali,aspettare il nemico sulla riva del fiume e coltivare un po' di speranza.